E’ iniziata la FASE 2 e sebbene riprendere le attività entusiasmi molti di noi, alcuni sono sinceramente spaventati.
Come mai?
Penso che la maggior parte delle persone non vede l’ora di tornare ai soliti ritmi di vita, uscire e riprendere in mano quella quotidianità che tanto ha agognato per due mesi.
Ma c’è una fetta di popolazione che questa fretta non ce l’ha: al contrario, è in ansia a pensare di dover mettere il naso fuori di casa, di riprendere il solito tram tram perché ha scoperto che la vita in casa non era poi cosi male.
Il rallentamento obbligato ha calmato gli animi e gli umori di molte persone che hanno riscoperto il piacere delle piccole cose, degli orari flessibili, dello smartworking, della famiglia e cosi via.
Se ti ritrovi in questa descrizione è perche soffri della “sindrome del prigioniero”
Non ti allarme, non hai niente che non va: le cose non nascono patologiche per definizione, ma potrebbero diventarlo se si cronicizzano; per questo è bene monitorarsi e prendersi cura di se stessi.
La sindrome del prigioniero
La quarantena, per molti di noi, ha creato un ambiente confortevole all’interno delle quattro mura domestiche: ci siamo abituati alla nuova routine, con qualche nervosismo e lamentela iniziale, per poi scoprire che non era cosi male come pensavamo.
Comodamente vestiti, senza l’incombenza di rendersi costantemente presentabili, ci siamo resi conto della piacevolezza di avere in mano il nostro tempo, di decidere la struttura della nostra giornata, di ritagliarci momenti per noi, per i familiari e per nuovi o riesumati hobby.
Siamo stati lontano dal traffico, dalle file chilometriche, dallo stress dell’ufficio/lavoro, dall’ansia sociale, protetti da uno schermo che ci ha consentito di lavorare e di mantenere i contatti relazionali.
Perché tornare indietro? La sindrome nasce proprio dalla voglia di evitare i contatti con l’esterno dopo un isolamento duraturo. Dobbiamo considerare del resto che ci vogliono 21 giorni, secondo le neuroscienze, affinchè il cervello innesti nuove abitudini e il Covid ce ne ha concessi molti più giorni.
La sindrome del prigioniero, è un termine che nascenegli Stati Uniti per identificare lo stato in cui vertevano i popoli che si rintanavano nelle capanne per molto tempo a causa del freddo glaciale: al termine, erano restii per un po’ di tempo a tornare alla normalità e si ritrovavano in uno stato di disorientamento e confusione.
Come sottolinea l’economista José Carlos Díez, ci sono precedenti:
“È successo a New York dopo l’11 settembre. Nelle prossime settimane ci saranno molte persone che non usciranno e smetteranno di avere paura solo quando i morti a causa del virus scenderanno e i media smetteranno di parlare della pandemia a tutte le ore. Ci vorrà del tempo”.
Come puoi fare per stare meglio?
Prima di tutto, ricordati che si tratta di un stato momentaneo, di passaggio: cosi come è stato difficile abituarsi al lockdown, allo stesso modo devi darti il tempo necessario per riabituarti alla vita di prima.
Inoltre, non stupirti se non ci riuscirai del tutto all’inizio, poiché ci sono alcune situazioni sociali che tarderanno a tornare alla normalità: sarà come vivere una vita in bilico tra il lockdown e la quotidianità o comunque una realtà molto diversa a quella a cui siamo abituati.
Di conseguenza non solo dovrai riadattarti da una situazione di isolamento a una di socialit, ma anche con modalità completamente diverse rispetto a ciò a cui sei abituato.
1. Evita…di evitare: stai evitando di uscire e di riprendere a fare alcune cose; ti chiedo di evitare di evitare ciò che ti spaventa e di ricordarti che ogni volta che eviti, confermi la pericolosità della situazione; più eviti e più confermi a te stesso di non essere in grado di affrontarla.
So che smettere da un giorno all’altro di evitare è difficile, ma il mio consiglio è quello di iniziare dalla cosa più piccola e smettere di evitarla.
2.Fai qualcosa di diverso ogni giorno:
A volte basta poco per cambiare una situazione. Non avere fretta e non sentirti obbligato ad agire se non ti senti pronto, ma comincia facendo il primo piccolo passo.
Puoi iniziare, per esempio, facendo una alla fine della giornata, dove ti appunti 3 cose che sono successe, che hai fatto tu stesso, e che ti fanno dire che sei grato per quella giornata.
Mi raccomando, un passo alla volta.
2. Comportati “come se…”
Ti chiedo di fare un piccolo sforzo e usare la forza del tuo pensiero, perché ciò che pensi condiziona quel che fai. Non sottovalutare il potere e la forza del’immaginazione di modificare la percezione che hai delle cose.
TI chiedo di pensare…COME SE il tuo problema non ci fosse.
Ogni giorno al mattino, mentre fai colazione, pensa a cosa potresti fare di diverso, rispetto a quello che fai di solito. Cosa faresti di diverso, se il tuo problema non ci fosse?
Fai una lista di tutte le cose che faresti di diverso e scegli dalla tua lista il più piccolo cambiamento che ti è venuto in mente e …FALLO!
Se pensi che ti serva un supporto più concreto, contattami! Puoi anche usufruire della Terapia online, che ha la stessa efficacia di quella in studio!
Rimani aggiornato sulle strategie e sui consigli di Terapia Breve
Compila il modulo “Contattami” o iscriviti alla mia Newsletter.
0 commenti